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Lo psicologo e il pregiudizio n°2

Dott.ssa Giulia Mazzoni

Ah... sei psicologo?...

Questa domanda, formulata spesso con un'espressione facciale di imbarazzo e preoccupazione, di solito nasconde considerazioni più o meno esplicite del tipo "Allora mi hai già capito!", "Allora devo stare attento a come parlo!", "Allora mi stai analizzando!" e talvolta anche "Stanotte ho sognato che... cosa vuol dire?".

Uno dei più forti pregiudizi legati alla figura dello psicologo riguarda l'idea che egli riesca a capire le persone al volo, che si collochi di preferenza in una posizione di superiorità rispetto agli altri e che ciò gli permetta di emettere giudizi di valore su chi incontra, anche e soprattutto fuori dal contesto lavorativo.

Andiamo per ordine.

La credenza per cui lo psicologo con uno sguardo possa comprendere la personalità di un individuo è particolarmente fantasiosa perchè gli conferisce quasi un potere soprannaturale, una sorta di raggi X per il funzionamento cognitivo, la storia di vita e i tratti di personalità.

Evidentemente non è così: certo, lo psicologo arriva a comprendere tutta la persona nel suo insieme, ma lo fa esclusivamente in un contesto clinico o nelle fasi iniziali di un percorso psicoterapeutico.

Quanto al giudizio, lo psicologo formula certo valutazioni di personalità o riguardanti il funzionamento cognitivo ma, al di là del termine stesso ("valutazione") ciò non ha nulla a che vedere con un giudizio di valore emesso nei confronti di chi ha davanti. E' utile sottolineare inoltre che le "valutazioni" vengono formulate a seguito di un contratto terapeutico in cui è la persona stessa che, motivata, decide di conoscere i feedback su di sé perchè è consapevole che ciò servirà a comprendere meglio le cause del suo disagio e le modalità per alleviarlo.

Infine, trattando il tema dell'analisi è estremamente utile far presente che non tutti gli psicologi "analizzano" persone o sogni. E' importante sapere che l'analisi (il cui nome può richiamare ancora una volta il concetto di giudizio) è un tipo di terapia adottata solo da alcuni orientamenti teorici. Allo stesso modo, i sogni, con cui non tutti gli psicologi lavorano, non hanno significati prestabiliti e standardizzati, ma acquistano un senso solo all'interno della vita della singola persona.

Ultima considerazione: quando lo psicologo è fuori dal contesto lavorativo, non è solo inutile e/o dannoso lasciarsi andare a considerazioni approssimative sull'identità psicologica dei suoi interlocutori ma, fuori dalla stanza di terapia, anche lo psicologo gradisce pensare ad altro!

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